In passerella la stilista ha infatti presentato capi dedicati alla sua recente maternità, caratterizzati da alternanze di luci e ombre a rappresentare ciò che divide il mondo o il rapporto tra madre e figlio, da stampe vintage raffiguranti i disegni dell'anatomista William Hunter, specialista ostetrico e, a chiusura della sfilata, come da tradizione Haute Couture, un abito da sposa bianco accompagnato nel suo ingresso sulla passerella dal suono di un battito cardiaco e dal pianto di un bambino appena nato.
In questa collezione Maya Hansen torna alla sua vera essenza stilistica, con il corsetto che trasgredisce il patrocinio architettonico del capo e si evolve, trasformando abiti pret-a-porter in una sorta di lingerie di Haute Couture.
Gli abiti si trasformano in busti e i corsetti in abiti o in giacche senza maniche, i pantaloni hanno un tocco da corsetto con sensualissime trasparenze che li rendono decisamente seducenti, e strutture architettoniche in metallo o plastica abbinate a tessuti rigidi vanno a realizzare spallacci simili a quelli delle armature medievali.
Gli abiti lunghi e da cocktail sono in tessuto elastico mentre le gonne hanno inserti rigidi a creare inediti volumi o sono abbinate a leggings.
Pesanti i materiali utilizzati nella collezione, con neopreme da 400 grammi al metro quadrato, taffetà elasticizzato, raso rigido, broccato, pizzi Chantilly, texture elastiche, semirigide, trasparenti o opache.
La palette dei colori ha mostrato blu inchiostro, rosa polvere, nero e bianco sporco: Stampe digitali Toile de Jouy spesso raffiguranti i neonati di William Hunter ingentiliscono il pesante taffetà elasticizzato.
Per quanto riguarda gli accessori, sandali platform monocolore o stampati nello stesso tema dei capi indossati e maschere Freeire Rachel sul volto a difendere la privacy delle modelle.
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