Raffaella Curiel ha portato in passerella una 62 outfit ispirati a Tchaikovsky e a tre opere di Chagall dipinte su altrettante gonne di seta, ma non mancano richiami al balletto e alle influenze russe dell’800.
Protagonista della collezione è il tailleur, dalla doppie gonna sotto al ginocchio e sopra longuette in controtendenza, per rendere la silhouette più femminile, mentre le spalle sono pronunciate e le vite ben strette.
Abbondanza di tuniche alla russa con cinture gioiello e gli iconici curiellini, con giochi di impunture sugli abiti e i tailleurs di jersey.
La sera, la donna Curiel indossa sfarzosi abiti da sogno che rievocano il lusso dei palazzi degli zar e le patchwork delle matrioske, con un omaggio alle opere di Chagall e ai 4 magnifici cigni.
Particolari e inediti i materiali impiegati nella collezione: ogni capo ne usa fino a quattro diversi che vengono trasformati dalle lavorazioni sartoriali in tele d’artista, sulle quali sono poi deposte le variazioni di disegni cashmere tessute a mano o ricamate nei look da giorno, che annoverano anche la presenza di minuscoli pied de poules, Principe di Galles e chevrons nei tailleurs.
Per gli outfit serali Raffaella Curiel ha optato invece per velluti stampati, charmeuses, crepes, crepes morocaines e mousselines o sovrapposizioni di lana e seta sulle gonne.
Fil rouge il paisley dai toni ambrati che viene riproposto anche negli intagli delle décolleté disegnate da Gigliola Curiel, mentre i quattro cigni che hanno sfilato nel finale della collezione, con abiti da sera lunghi e corti, interamente ricamati con perline e frange di marabù hanno incantato il pubblico presente.
La palette dei colori è composta da tonalità bruciate, gradazioni di verde, ametista, rubino, nero, oro e turchese.
Raffaella Curiel ha così commentato la sua collezione haute couture fall winter 2014-2015:
"Nel costante pensiero interiore di dedicare la mia Alta Moda all'arte che nel passato ha rivisitato grandi maestri della pittura da Vermeer A Velasquez, da Picasso a Frida Khalo, tanto per citarne alcuni o superlativi scrittori come Victor Hugo E Proust, ho voluto affiancare il mio percorso verso la musica. Quale compositore più affascinate e poliedrico, allora, di Petr Tchaikovsky che è riuscito ad esprimere quell'irresistibile anima dell'orgoglio e del romanticismo russo. Ascoltando alcuni concerti rivedo ed immagino la magnificenza della quotidianità dei palazzi degli zar e dell'alta aristocrazia così raffinata e colta, mentre prestando attenzione al capriccio italiano o alle sinfonie russa, slava o polacca, alle note dei balletti rivedo personaggi diversi fra loro, di varie etnie e provenienze che spaziano dal Baltico alla Mongolia. E così ho tratto ispirazione dal più alto e ricercato lusso della nobiltà alla fantasia e creatività, così attraenti, delle persone comuni, lette spesso nei romanzi di Cecov, che sapevano mischiare tra loro tessuti di ogni genere, a volte contrastanti, ma altrettanto armonici. Poi, una parentesi, un piccolo inno alle pennelate di luce di Chagall, nato in Bielorussia e ancora ragazzo quando Tchaikovsky stava tragicamente concludendo
la sua vita, a significare che è proprio nell'anima della grande Russia quel senso profondo e tanto sensibile verso un'incomparabile e artistica bellezza".
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